Albania

Al mattina presto siamo partiti dal nostro albergo di Ohrid verso l'Albania, dove nel pomeriggio dovevamo prendere il traghetto per ritornare in Italia. Visto l'andamento del giorno precedente, abbiamo saltato la visita programmata ad alcuni monasteri ortodossi che si trovavano sulla sponda del lago, per paura che qualche intoppo sulla frontiera tra la Macedonia e l'Albania ci facesse perdere troppo tempo. Alla fine non ci sono stati problemi. La strada era tortuosa, di quelle quasi montagnose, ma la natura era bellissima. La velocità dell'autobus era molto contenuta e questo ci permetteva di godersi in pace il panorama verde.

Molti di noi si sono trovati per la prima volta in Albania ed i primi paesaggi che abbiamo visto in Albania dal pullman erano un po' particolari: tantissimi bunker, sia nella zona del confine con la Macedonia, ma anche nell'entroterra e moltissimi rifiuti sparsi nei paesi che abbiamo passato, accanto alle strada e nei campi. Un'altra curiosità, che si vedeva spesso, era una specie di lavaauti. Visti i numerosi ruscelli, gli abitanti hanno formato i piccoli laghetti artificiali dai quali portava tubo qualche metro sotto; tutto era in pendenza. Così l'acqua era sotto la pressione e i tubi di gomma si usavano per lavare le macchine.

Il primo contatto con Albania Un villaggio nella valle Tanto verde circondato dalle montagne Il letto di fiume con ghiaietto

Ci siamo fermati per il pranzo nella città di Elbasan. La periferia della città è molto brutta, con le case vecchie e mal tenute, ma verso il centro della città la situazione è decisamente migliorata: ci sono degli edifici nuovi, quelli ristrutturati e ci sono molti lavori in corso per rimbellire la città. Ma il ristorante ci ha fornito una bella sorpresa: è situato all'interno di una vecchia muraglia, immerso nel verde, con tante palme. Il cibo era molto buono e abbiamo sfruttato l'occasione per ringraziare il nostro autista Benito per la sua guida sicura e la pazienza con la quale ci ha sempre sopportati. Una busta con un pezzo di carta con il ringraziamento e le nostre firme ed anche una cospicua mancia: si vedeva dalla sua faccia che era contento.

Le strade di Elbasan Passeggeri italiani Piccola festa dopo il pranzo Qui abbiamo mangiato molto bene La foto di gruppo non organizzato Un piccolo abitante, molto simpatico

Il viaggio è proseguito per Durazzo e, prima di arrivarci, siamo passati anche per le strade di Tirana. Ad un certo punto siamo entrati in una via che aveva i cavi elettrici aurei così bassi che l'autobus doveva tornare indietro. Immaginatevi questa manovra, vista la grandezza dell'autobus e la via molto stretta con tante macchine parcheggiate. L'ora di partenza del traghetto si era avvicinata, il tempo era piovoso e così ci siamo accontentati soltanto di una visita panoramica della città. C'erano degli edifici molto colorati: era il modo più veloce per gli albanesi, dopo la caduta del regime, di introdurre le novità nella vita quotidiana. Ci sono anche molti cantieri degli edifici nuovi e delle strade, il segno che l'Albania sta cambiando velocemente e andando verso uno stile di vita occidentale.

Ecco una foto fatta dalla nostra nave prima della partenza dal porto di Durazzo. Molto, molto pittoresco, ma probabilmente, tra qualche anno, entrando nella corrente generale della globalizzazione, questo panorama cambierà moltissimo, come tante altre cose che abbiamo visto in questo viaggio. Un girono forse ci dispiacerà che certe cose e certi panorami sono scomparsi.

Vista sul porto di Tirana

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